Iniziamo questa rubrica con una breve intervista a Lo si Lorenzo Pedrini.
Istruttore alla Scuola di Molinella e allievo della Scuola di Bologna sotto la guida di Sifu Andrea Brighi, ha avuto l’occasione di visitare diverse volte Hong Kong; tutte le fotografie all’interno di questo post sono state scattate da Lo si Lorenzo durante i suoi viaggi e ne ha gentilmente concesso la pubblicazione.
Quando sei andato ad Hong Kong e quanti giorni ti sei fermato?
Sono stato ad Hong Kong nel 2009 per la prima volta, una settimana circa non ricordo con precisione. La stessa cosa vale per i viaggi nel 2010 e 2011, indimenticabili!
Per quale occasione ci sei andato? Qual è stato il motivo principale?
Erano tutti viaggi culturali organizzati dal nostro Sifu Andrea Brighi con la sua scuola di Bologna e avevano come fine la pratica e il turismo. Fummo accompagnati in questi viaggi dal suo maestro Sifu Carlo Tonti e da Simo Barbara Woon, è stato proprio nel 2009 che per la prima volta conobbi il nostro capostipite GM Cheung Kwok Wah.
Come passavate le giornate a Hong Kong?
Sono stati giorni intensi, iniziare con la pratica mattutina al famoso Kowloong Park era d’obbligo e tra una visita turistica e l’altra, spesso si andava a trovare il GM Cheung Kwok Wah a casa sua.
Ecco, vorrei soffermarmi un po’ su una piccola curiosità.
Il luogo di pratica a casa del maestro nel Kung fu tradizione viene chiamato Mo Gun; Nel nostro caso specifico invece viene definita Dit ta Gun, essendo anche la sua clinica di medicina tradizionale cinese. In oriente il concetto di pratica è molto diverso dal nostro, noi siamo abituati ad avere una palestra con degli orari fissi per es. il lunedì e il mercoledì dalle ore x alle ore y!
Nel Kung Fu tradizionale no! Se vuoi conoscere il kung fu tradizionale hai due modi: se conosci il maestro vai a trovarlo direttamente a casa sua e gli fai la richiesta specifica di diventare suo allievo, oppure vieni presentato tramite conoscenze e se lui è disposto ad accettarti come tale sei il benvenuto nella famiglia! Si pratica a casa sua senza orari specifici, ci si mette d’accordo e si va quando e quanto si vuole. A volte capita di dover seguire il maestro per delle commissioni in giro e anche lì può scattare la pratica improvvisata al parco o in un parcheggio deserto, non esiste un luogo specifico o un momento specifico. Il kung fu è uno stile di vita! Ed è sempre un buon momento per praticare; un po’ come il caffè per noi italiani, è sempre un buon momento per prendere il caffè!
Guardando Hong Kong con gli occhi del turista e non del praticante, cosa puoi dirci a riguardo?
Hong Kong è un altro mondo! Sono rimasto veramente sorpreso dal senso civico delle persone, rispettano le file di marcia quando salgono le scale nei centri commerciali, perfino nel salire sui bus. Gli stessi lavoratori urbani li vedevo così concentrati a sistemare la pavimentazione dei marciapiedi con un’attenzione e precisione certosina mai osservata prima.
Hong Kong è anche una metropoli davvero caotica, la notte è un insieme di luci al neon e insegne luminose, sembra di stare a New York. Presenta però contraddizioni: palazzi nuovi di ottimo stato vicino a quelli più vecchi con facciate usurate dagli anni, ristoranti eleganti e tavole calde “simili” a bettole neanche troppo distanti tra loro.
Un’ altra cosa strana è che non esistono orari precisi in cui la gente possa andare a mangiare, i ristoranti sono sempre aperti a qualsiasi, ora ed è un via e vai continuo, e la mattina capita di veder gente mangiare i noodles in brodo con uova e carne.
Quali sono i posti turistici che hai visitato, che ti sono rimasti più impressi?
Il già citato prima Kowloong park con tutti i suoi laghetti con le pagode al centro, è veramente immenso, ti potresti quasi perdere. Una cosa particolare mi è rimasta impressa è che è vietato sdraiarsi sul prato o sulle panchine, correre e fumare (solo in determinati punti è concesso con il posacenere di fianco) il tutto segnalato da vari cartelli in giro per il parco. E’ un piccolo baluardo di ossigeno per i polmoni in una città davvero piena di auto e smog.
Così come mi ha molto colpito il grande monastero buddista situato a Diamond Hill nel distretto di Kowloong.
Come non citare il più famoso e imponente monastero di Po Lin situato sull’altopiano di Ngong Ping, sull’isola di Lantau.
Ho visto anche le Yau Ma Tei boat people ed è stato curioso vedere quanto stiano sparendo andando avanti con gli anni.
Ormai molte più persone che vivevano nelle barche si stanno trasferendo a terra nelle case popolari; sono più delle mete turistiche con ristoranti galleggianti ormai.
Guardando Hong Kong con gli occhi del praticante invece cosa puoi dirci a riguardo?
Il Kung Fu è vissuto in una maniera completamente diversa rispetto a noi occidentali, come già accennavo prima, fa proprio parte della loro cultura ed è facile vedere persone giovani e anziane praticare nei parchi; qua da noi se qualcuno ti vede praticare o eseguire qualche forma passi per matto e vieni pure deriso.
Per buona parte di noi occidentali il Kung Fu è visto come un balletto ginnico o attività di gioco da far praticare ai propri figli per emulare gli eroi dei cartoni animati o dei film.
Bisognerebbe colmare questo gap informativo e far conoscere il vero significato culturale che sta dietro al concetto stesso di Kung Fu, sia mentale che pratico, in tutte le sue forme.
In questi viaggi lo scopo è stato anche conoscere e praticare diversi stili, infatti abbiamo fatto visita ai vari maestri, specialmente nel 2010 e 2011: abbiamo visitato la scuola Tai Shing Pek (lo stile della scimmia)
il Sam Lau Wing Chun:
Partecipammo anche al Kung Fu Coner, un evento che si svolge ogni anno a Kowloon park allo scopo riunire tutte le scuole di Kung Fu presenti a Hong Kong e spingere le persone nell’avvicinarsi a questa pratica, il tutto ricco di esibizioni e danza del leone.
Cosa ti è rimasto nel cuore di questi viaggi?
Di sicuro essermi esibito in pubblico per la prima volta.
La mia prima forma e la mia prima esibizione, è come il primo amore, non lo scordi mai; ricordo le sensazioni fisiche e mentali: Gli avambracci erano caldi, mi batteva forte il cuore, non tanto per lo sforzo fisico, ma per l’emozione; non è scontato esibirsi in pubblico, molte persone non si sentono a proprio agio.
Devo esibirmi davanti a tutti questi sconosciuti? ma non sono cosi bravo! e se poi giudicano il mio Kung Fu? che figura ci faccio?
Queste sono le classiche domande che ci poniamo, i nostri “demoni” (ansie, dubbi, paure e chi più ne ha più ne metta) ma non dobbiamo scoraggiarci!
E’ già un buon Kung Fu prendere questi “demoni” metterli in un angolo, accettare il fatto che esistono, averne la consapevolezza e domarli.
Non dobbiamo nasconderli o fare finta che non esistano, siamo essere umani, è normale che ci siano, chi più e chi meno abbiamo tutti i nostri “demoni”, ma il vero valore sta nell’affrontarli e provarci.
Ciò che non ti uccide ti rende più forte!