La tecnica morbida dell’ago nel cotone
(棉里針 mián lì zhēn)
Parte 1
Saper fluire accogliendo le “interferenze” che accadono
L’esecuzione della forma
La pratica lenta e rilassata permette lo sviluppo e la costruzione dell’energia (qi) e consente di concentrare potenti forze.
Parlando di energia interna intendiamo lo scorrere del qi nei suoi canali all’interno del corpo al fine di migliorare la propria salute e la propria longevità come abbiamo accennato nel post precedente.
La pratica del Min Loi Ciam, permette infatti la stimolazione di determinate zone del corpo attraverso movimenti specifici che portano ad un aumento di qi nell’area interessata, permettendo di conseguenza un aumento della propria energia potenziale.
L’esecuzione del Min Loi Ciam è molto complessa, essendo una continua oscillazione del peso del corpo che permette di poter restare in equilibrio su una gamba sola durante l’esecuzione di movimenti lenti, fluidi, continui, morbidi e privi di tensioni o sforzi fisici.
In questa continua alternanza di bilanciamenti, vengono costantemente stimolati il senso dell’equilibrio e il sistema nervoso; mettendo in continua discussione la nostra struttura corporea si genera un’attenzione atta a controllare il corpo affinché esegua il movimento nello spazio e nel contempo non perda l’equilibrio.
E’ proprio la ricerca del punto d’equilibrio in continuo divenire che stimola la coordinazione, la consapevolezza del corpo nello spazio, la capacità di sentire e percepire ogni parte del nostro corpo nell’istante stesso in cui lo osserviamo durante l’esecuzione del movimento.
E’ una pratica meravigliosa che permette di saper fluire accogliendo le interferenze.
Questo è un principio interessante: fluire accogliendo le interferenze.
Cosa sono le interferenze? Possono essere interferenze interne o esterne, in entrambi i casi condizionano la nostra pratica e ci portano fuori dal sentire e dal percepire il corpo durante il movimento.
Partiamo da quelle interne, ovvero quelle che dipendono da noi e dalla conoscenza che noi abbiamo del nostro corpo: stati d’animo e preoccupazioni, come rigidità fisiche e strutturali, fino ad amnesie senso motorie (*) ci impediscono di percepire il nostro copro, lo spazio, il nostro peso, le contrazioni, in definitiva: noi stessi.
Esistono poi le interferenze esterne, che cambiano il livello di attenzione e di concentrazione durante la pratica, possono essere ad esempio: un elemento disturbante, un suono, la pioggia, il caldo o il freddo, un prurito, una telefonata, il contesto dove siamo e dove pratichiamo etc.
Nonostante ci si muova lentamente tutto avviene in un istante, con l’arrivo dell’interferenza perdiamo il nostro equilibrio: il respiro è trattenuto, o non gestito adeguatamente, il flusso del qi ristagna, i muscoli si contraggono, la nostra mente impedisce di vedere limpidamente, tutto si offusca e cadiamo; non è tanto diverso da quello che potremmo vivere quotidianamente nelle nostre relazioni, sul lavoro o con noi stessi. Spesso perdiamo il nostro centro, il nostro equilibrio.
(*) tutti noi abbiamo zone del nostro corpo che conosciamo poco o non conosciamo proprio, sono veri e propri spazi di percezione che per diversi motivi non sono stati sperimentati e di conseguenza non conosciamo o non sentiamo familiari.
Equilibrio fisico e non solo, quindi.
Si, perchè nel Min Loi Ciam essere bilanciati nell’animo, con la mente e il cuore, accogliendo le interferenze, ci permette di poter fluire nel movimento fisico e quindi nella vita.
L’apprendimento di questa tecnica avanzata prevede inizialmente la capacità di eseguire i movimenti eliminando le tensioni e le rigidità del corpo; in seguito i movimenti verranno eseguiti sempre più lentamente mantenendo morbidezza, continuità e fluidità; infine andrà allenata la sequenza sul Mui Fa Jo (pali a forma di susino) dove per l’altezza e la precarietà viene ad essere stimolato tutto il sistema nervoso, il sistema vestibolare, sollecitando quindi la consapevolezza del corpo nello spazio, la percezione periferica e la calma interiore: il praticante dovrà trovare i punti d’appoggio sui pali senza distrarsi, affidandosi alle proprie capacità percettive ed imparando a gestire il corpo senza farsi condizionare delle interferenze, quali paura, insicurezza e incertezza, sviluppando l’equilibrio in ogni singolo movimento.
In ambito marziale il Min Loy Ciam richiede una preparazione particolare ed un livello avanzato di conoscenza dello stile Pak Hok Pai e del Kung fu tradizionale. La continuità dei movimenti e il ritmo costante e lento consente di sviluppare la capacità di ‘dare peso’ alle tecniche, rendendole pesanti e potenti.
Ricorda:
Leggero come una gru che vola e potente come un drago che cavalca le nuvole.