Nel panorama delle armi tradizionali cinesi, vi è una cospicua varietà di armi da percussione in metallo, i cui nomi cambiano a seconda della forma della testa della mazza. Le più famose sono note al mondo occidentale come “Mazze a Testa di Melone” (西瓜锤, m: Xi Gua Chui, c: Sai Gwa Choy) a causa della natura esagonale delle mazze, che ricordano il frutto. Letteralmente il nome significherebbe “Martelli a Cocomero”.
Esistono anche altre forme di mazza come quelle a “Testa di Zucca”, “Testa Ottagonale” o a “Testa di Fiore”.
NOTA: In questo articolo mi riferirò alle “Mazze a Testa di Melone” comprendendo le sue varianti. Questa arma non va confusa con il “Martello a Meteora” di cui parleremo in un articolo futuro.
L’origine di queste armi è molto antica data la semplicità di costruzione, alcune mazze conservate nei musei sono infatti datate all’Età del Bronzo.
Oggigiorno lo studio nel Kung Fu di queste mazze viene conservato maggiormente negli stili del Nord della Cina, vengono eseguite tradizionalmente in coppia, ma non si esclude un utilizzo in singolo a due mani o accompagnate da uno scudo.
L’aspetto moderno di questa arma usata negli allenamenti di Kung Fu, fa sospettare una rielaborazione nella dimensione della testa della mazza. Osservandola possiamo vedere come la testa sia sproporzionata (diametro 18 cm circa), la mazza sarebbe quindi poco maneggevole a causa del peso elevatissimo che avrebbe una palla di ferro di quella dimensione, montata su una asta. Appare molto più verosimile che le teste delle mazze da guerra antiche cinesi avessero una dimensione minore (8 – 12 cm circa), rendendole simili alle nostre mazze occidentali.
La costruzione moderna vuole che la testa sia cava, per alleggerire il peso a vantaggio della dimensione per una pura questione estetica: un’arma più grande aumenta la maestosità della performance del praticante. Ad oggi queste armi pesano circa 1 Kg ciascuna e sono profondamente sbilanciate verso la testa; per non creare una leva svantaggiosa sul polso, l’impugnatura è a pochi centimetri dalla testa della mazza, contrariamente all’impugnatura classica delle armi ad una mano. Questo cambio di impugnatura modifica drasticamente le tecniche a disposizione del praticante, creando da un lato maggiore compattezza e tempi di riarmo inferiori, ma dall’altro minore portata e notevole ingombro del manico. Esistono infatti anche versioni delle “Mazze a Testa di Melone” a manico corto, proprio per ovviare questo ingombro, riducendone ulteriormente la versatilità d’impiego.
Questo ci porta però ad alcune riflessioni:
- Fino a che punto è corretto modificare le armi per migliorarne l’estetica peggiorandone l’attendibilità storica ed applicativa?
- Ha senso allenare movimenti adattati al nuovo modello dell’arma?
Non vi è un’unica risposta a queste domande, ma possiamo avanzare delle ipotesi.
Per prima cosa occorre precisare che a prescindere dalla dimensione della testa della mazza e dall’ impugnatura, essa rimarrà sempre un’arma pesante, il cui maneggio richiede molta forza nella percussione, ma ancor più nella fase di riarmo successiva al colpo, occorre quindi che il praticante si alleni particolarmente a sentire ed assecondare la forza prodotta dal movimento dell’arma.
In secondo luogo, va ricordato che né il Kung Fu Tradizionale, né tantomeno il Kung Fu Moderno, sono sistemi di rievocazione storica: l’utilizzo di qualsiasi arma deve essere praticato per scopi diversi da quello puramente militare. Lo scopo della pratica è veicolare la maestria e la forza sull’arma, a prescindere che sia una punta di lancia o una pesante mazza, in particolare, l’allenamento con le “Mazze a Testa di Melone” migliora notevolmente la forza del polso, avambraccio e deltoide. L’utilizzo della mazza moderna, quindi, deve essere visto maggiormente come un gesto tecnico, atletico, di potenziamento e di ricerca, che conserva molteplici difficoltà, con il progredire dell’abilità, la mano può distanziarsi maggiormente dalla testa dell’arma.
Un vero maestro di Kung Fu non avrà nessun problema quindi a rendere applicabile l’arma, in quanto non è tanto la tecnica che propone, ma il suo modo di muoversi ed esprimere la sua forza ed il suo qi.
Sifu Niccolò Russo