All’ interno di ogni percorso di crescita personale affrontiamo degli alti e bassi, la ricerca dell’equilibrio ci rende spesso vulnerabili.
La primavera affianca alla sua capacità di rinnovo, frenesia e volontà di cambiamento.
Come una gru impariamo a destreggiarci e trovare la direzione senza farci trasportare, utilizzando con consapevolezza le correnti, avendo ben chiaro il nostro obiettivo.
Il kung fu può aiutarci nella ricerca del nuovo equilibrio, un equilibrio che sappiamo essere in divenire.
Accogliamo i suggerimenti della natura, mettiamoci in ascolto, diveniamone parte integrante.
Praticare all’aperto, da soli o con i fratelli, in sintonia con ciò che ci circonda, ristora la mente e il corpo: approfittiamo di questo regalo e prendiamoci cura di noi.
Anche sedersi da soli in un prato allena la comprensione e la consapevolezza.
Ascoltiamo il nostro corpo, il sole che scalda la pelle, l’aria che soffia tra le dita, notiamo le interferenze (*), assegnamo il giusto peso e…
…lasciamo andare.
(*) interferenze: dall’articolo di Andrea Brighi https://pakhokpai.eu/mlc_fluire/
“Questo è un principio interessante: fluire accogliendo le interferenze.
Cosa sono le interferenze? Possono essere interferenzerenze interne o esterne, in entrambi i casi condizionano la nostra pratica e ci portano fuori dal sentire e dal percepire il corpo durante il movimento.
Partiamo da quelle interne, ovvero quelle che dipendono da noi e dalla conoscenza che noi abbiamo del nostro corpo: stati d’animo e preoccupazioni, come rigidità fisiche e strutturali, fino ad amnesie senso motorie ci impediscono di percepire il nostro copro, lo spazio, il nostro peso, le contrazioni, in definitiva: noi stessi.
Esistono poi le interferenze esterne, che cambiano il livello di attenzione e di concentrazione durante la pratica, possono essere ad esempio: un elemento disturbante, un suono, la pioggia, il caldo o il freddo, un prurito, una telefonata, il contesto dove siamo e dove pratichiamo etc…”