La Danza del Leone (舞狮, m: Wu Shi, c: Mou Si) è una danza del folklore cinese, diffusa in tutta l’asia, che prende caratteristiche uniche a seconda della regione in cui viene praticata.
Fa parte delle molteplici danze popolari cinesi di buon auspicio, assieme alla Danza del Drago del Nord (北龍), Drago del Sud (南龍), Leone del Nord (北獅), Leone del Sud (南獅), Unicorno del Nord (北麒麟), Unicorno del Sud -etnia Hakka- (南麒麟), e Pixiu (貔貅). In questo articolo parleremo della Danza del Leone del Nord e del Sud, ed in articoli futuri delle altre danze.
L’origine storica della Danza del Leone è molto complessa, il leone come gli altri animali da cui derivano i nomi delle danze deve essere inteso come figura mitologica. Sicuramente occorre concepire questa danza come una lenta modificazione di tradizionali danze mediante maschere di animali, comuni in molte culture. Con il trascorrere delle dinastie la danza ha preso connotazioni sempre più simili a quella odierna, che ovviamente è in costante evoluzione.
Essendo dunque la danza diversa da regione in regione e mai uguale nel corso del tempo, quando si parla di “tradizionale” occorre sempre porsi la domanda “rispetto a cosa?”. Se ci soffermassimo su un periodo storico ed una regione specifica occorrerebbe fare un processo di ricerca storica molto complessa e si otterrebbe solo una rievocazione. Se si desidera mantenere invece viva questa danza per le generazioni future occorre quindi soffermarsi sui significati, i principi e valori che essa porta con sé.
Un valido esempio di conservazione in evoluzione della danza è dato dalla felice fine del divieto di utilizzo del leone da parte delle donne. Fino agli anni 70’ a Hong Kong infatti le donne non potevano nemmeno toccare il costume del leone. Bisogna quindi fare attenzione, come nel Kung Fu tradizionale, tra rievocazione e contestualizzazione moderna, essendo la maggior parte delle informazioni a noi pervenute sulla danza provenienti proprio da quella regione e da quel periodo.
La danza assume quindi un aspetto ritualistico, composto da gesti obbligatori, identitari di un popolo, declinati da musicalità e modalità che possono cambiare anche da scuola in scuola, anche se per esempio tutte di Hong Kong.
Esistono però delle regole non scritte che sono fisse, come il colore dei leoni, il loro risveglio, il senso della esibizione. Modificare questi punti vorrebbe dire snaturare la danza ed andare incontro ad una appropriazione culturale.
Questo rischio non è solo nostro, ma i cinesi stessi migrati da generazioni in altri paesi, come Stati Uniti, Europa o Australia, hanno formato grandi comunità dove i giovani continuano a sviluppare la danza.
Sviluppare, tenendo in considerazione i valori e i significati alla base, credo che sia la giusta direzione per mantenere viva questa bellissima arte, che in fondo non è mai stata uguale e cristallizzata nel tempo.
La danza del Sud vede dunque delle caratteristiche uniche rispetto al nord. Eccone alcune:
- La maschera e il costume del leone sono molto diversi, nel nord la maschera è sontuosa, imperiale, mentre nel sud è povera.
- Il leone si muove in modo marziale nella danza del sud e le gesta degli atleti vengono viste sotto al mantello, mentre nel nord i movimenti sono più aggraziati.
- La musica è molto diversa, quella del nord ricorda maggiormente quella del teatro dell’opera di Pechino ed è riprodotta con strumenti di dimensione diversa.
- Il senso e lo storyboard della danza è diverso, nel nord il leone viene addestrato a compiere dei gesti circensi, mentre nel sud va a caccia del “verde” il proprio cibo.
- L’accompagnatore del leone è diverso, nel nord vi è una ragazza con una palla colorata con cui il leone gioca, nel sud è possibile inserire il buddha che cerca di addestrare il leone ed ha un ruolo talvolta comico
- Al sud la danza viene usata nei rituali religiosi e può assumere coreografie molto semplici ma pregne di significato ritualistico
- Gli ostacoli usati nella danza sono diversi, al nord viene spesso usata una enorme sfera per farci salire il leone, mentre al sud vengono usati materiali semplici, come sgabelli, secchi e aste di legno
La musica di queste danze è eseguita mediante un tamburo di notevoli dimensioni (Shi Gu), da diverse coppie di piatti e da un gong.
I piatti (chiamati anche cembali) hanno il compito di eseguire un tappeto musicale o ritmico (come il charleston della batteria) mentre il gong spicca con il suo singolare suono in battere o in levare a seconda dei casi. L’importante è che questi due strumenti non eseguano lo stesso spartito e che siano distinguibili.
Il tamburo è il cuore della danza, che con il suo potente suono sottolineerà i movimenti del leone, creando momenti di suspance o di trionfo, a seconda delle espressioni e delle movenze adottate.
Un ultimo punto chiave è dunque l’aspetto recitativo. Il leone deve sembrare vivo, il mantello deve sventolare come il corpo respirasse, i due atleti devono essere in armonia tra loro, e la testa deve usare occhi, bocca e orecchie per esprimere le principali emozioni provate dal leone durante la danza come per esempio:
- Il leone è in torpore
- Il leone ha fame ed è arrabbiato
- Il leone è curioso quando vede il cibo
- Il leone ha paura di prendere il cibo
- Il leone festeggia ed è felice
La danza del leone è difficile da eseguire correttamente in tutte le sue sfaccettature (musica, danza) ma estremamente soddisfacente, può arricchire gli allievi di significati culturali e farli avvicinare maggiormente al cuore della pratica del kung fu: la condivisione e l’unione.
Niccolò Russo