Se hai sentito parlare di Kung Fu tradizionale ma non sai esattamente che cosa sia, allora sei nel posto giusto.
In questo articolo ti spiegherò esattamente il significato che sta dietro a questa parola, ti parlerò della mia esperienza personale, di come mi sono approcciato a quest’arte per la prima volta e come si è sviluppata nel tempo.
Cosa vuol dire Kung Fu?
Partiamo da questa domanda. Tutti noi associamo Kung Fu alle arti marziali cinesi, ed è corretto, ma dire che si limiti solo a questo è piuttosto riduttivo. Kung Fu vuol dire “lavoro duro”, ovvero, svolgere qualcosa con estrema maestria dando il massimo.
Questo video preso dalla serie televisiva “Marco Polo” esprime questo concetto in maniera impeccabile:
La mia prima esperienza è stata diversa da quello che mi immaginavo, forse come molti altri, preso dai miti dei film, mi aspettavo chissà quali calci volanti e di diventare fortissimo…niente di più errato!
Certo, la forza l’acquisisci, ma è un’evoluzione che assume il tuo corpo e la tua mente dopo anni di costanza e pratica, altrimenti non si chiamerebbe Kung Fu (lavoro duro).
Non parlo della classica forza da palestra che si ottiene con della pesistica, ma parlo di abilità ovvero agilità nei movimenti, coordinazione ed espressione della forza esplosiva nei colpi, il tutto condito con la vera forza che si cela in una persona, la mente.
La vera forza risiede nell’intenzione dell’atto, se la mia mente è concentrata il mio Kung Fu progredisce, se non lo sono bisogna fare un passo indietro e lavorare su questo.
Più la mente lavora più si diventa abili nell’adattarsi a mille situazioni, e non parlo solo di combattimento, ma dei cambiamenti della vita quotidiana: devi cambiare lavoro per causa di forze maggiori?
Vai! Mettiti in gioco, impara il nuovo lavoro e osserva ogni minimo movimento, postura e gestualità.
Cosa ho imparato nel praticare?
Che non si smette mai di imparare, forse non basta una vita intera per raggiungere la perfezione, anzi probabilmente la perfezione non esiste, ma cosa è perfetto? Secondo il mio punto di vista niente è perfetto! Dipende da quello che tu reputi perfetto, perché c’è sempre da migliorare.
Posso dire che il mio Kung Fu di dieci anni fa non è quello che ho ora, ora è “perfetto” per quello che ero allora, ma in realtà domani ci saranno altre perfezioni da raggiungere.
Un fatto particolare che mi è rimasto impresso per dire quanto l’intenzione e la mente siano lo strumento cardine della la pratica è questo:
stavo praticato un esercizio di postura e in quella occasione faticavo a tenere il respiro in maniera coordinata, lo dissi al mio Sifu, come dovevo fare?” E lui semplicemente mi rispose: “Respira!” e solo in quel momento riuscii a respirare in maniera naturale.
Sembra assurdo ma è così, pensandoci ora, semplicemente stavo trattenendo il fiato dalla tensione dell’esercizio ed è bastato fare uno sforzo mentale per capire dove erano le tensioni, in quali punti e dove lasciarle sciogliere.
In conclusione il Kung Fu se praticato come si deve porta risultati, grazie alla presenza mentale e all’intenzione ci può essere un’evoluzione a tutti gli effetti. E ciò che più conta è che questo concetto è applicabile nella vita quotidiana per qualsiasi mestiere o arte.
Questa tela è stata dipinta personalmente da Sikung Cheung Kwok Wha, in occasione di una serata dedicata alla calligrafia a Bologna.
Anche questo è Kung fu.
Lo si Lorenzo Pedrini