Il Monte Emei (峨嵋) è un promontorio della Cina occidentale, situato nella regione del Sichuan (四川), avente capoluogo Chengdu (成都). Nel corso dei secoli questo monte è stato un crogiolo di diversi stili di kung fu che potremmo raggruppare con il termine di Emei Pai (峨眉派), sistema del Monte Emei.
Gli stili praticati sono accumunati da movenze eleganti, che sottolineano le abilità di flessibilità ed evasività del praticante.
L’arma caratteristica di questo sistema sono gli Emei Ci (峨嵋刺, c. Ngo Mei Ci), ovvero una particolare tipologia di pugnali, simili ad aghi di ferro acuminati. La traduzione del carattere Ci, infatti, corrisponde a spina, assassinare, pugnalare o irritare.
L’origine di questi pugnali risiede probabilmente nelle acconciature tradizionali cinesi. Numerosi fermagli tenevano fermi i lunghi capelli, sia delle donne, che degli uomini. Possiamo notare come sia nella dottrina del Confucianesimo, sia in quella Taoista, i capelli vengano lacciati crescere e raccolti in cima al capo, come segno di rispetto nei confronti dei genitori. Solamente in pochi casi era permesso il taglio dei capelli, come nel Buddismo e in altri ordini religiosi, oppure come solenne giuramento.
Ecco, quindi, come da semplici oggetti comuni, i fermagli appositamente appuntiti potevano divenire facilmente armi celate. Facilmente occultabili e dal semplice utilizzo, gli Emei Ci sono considerati armi storicamente usati da spie ed assassini.
La loro conformazione comprende una asta in metallo dotata di punte più o meno evidenti su ogni capo, ed un anello al centro. Questo anello va inserito nel dito medio ed aiuta il praticante a reggere l’arma che altrimenti scorrerebbe nella mano durante la percussione a causa della scarsissima ergonomia di una sottile asta.
Sicuramente non adatti in un duello, nelle mani di un combattente esperto queste piccoli armi potevano trafiggere organi vitali e tagliare con facilità nemici presi alle spalle.
L’utilizzo di veleni era altresì contemplato.
Esiste infatti la leggenda che gli antichi praticanti di alcuni stili di Kung Fu del Monte Emei fossero formidabili assassini.
L’anello, posizionato al centro dei pugnali, aveva anche la funzione di mantenere la mano armata quando essa era aperta, per aiutare gli spostamenti o per manipolare altri oggetti.
Oggigiorno questi pugnali sono famosi per le rotazioni che possono compiere nel palmo della mano, grazie all’anello. Di dubbia utilità pratica, queste rotazioni hanno però travato spazio nel Kung Fu come estro e arricchimento estetico delle forme. Gli Emei Ci, infatti, vengono praticati ad oggi soprattutto nell’ambito del Wu Shu Moderno.
Sifu Niccolò Russo