L’Alabarda (大刀, m: Da Dao, c: Tai Dou), è l’ultima arma del nostro percorso alla scoperta delle fondamentali armi della cultura marziale cinese.
Nonostante il nome faccia pensare all’omonima arma occidentale, in realtà essa corrisponde al Falcione, arma in asta della fanteria dell’Europa medievale. L’arma è costituita infatti da un’asta su cui è montata una grande lama ricurva monofilare (da qui il letterale nome cinese “Grande Lama”).
Esistono diverse versioni dell’alabarda ma la più famosa è quella del generale Guan Yu (关羽,c: Gwan Jyu), e per questo l’alabarda è più spesso chiamata 关刀 (m: Guan Dao, c: Gwan Dou) in onore al mitico generale del regno di Shu (a cui verrà dedicato un articolo dedicato). In particolare l’arma di Guan Yu prende il nome di “Lama della luna crescente del Drago Verde”. A tal proposito è bene però sottolineare come le alabarde vennero utilizzate solo a partire dalla Dinastia Song (960 – 1279 dc) quindi risulta improbabile che Guan Yu (162 – 219 dc) vissuto molti secoli prima ne utilizzasse una. Questo falso storico, a cui dobbiamo però l’iconografia attuale del personaggio, è da attribuire alla stesura del libro “Romanzo dei Tre Regni”, scritto durante la dinastia Ming (1368 – 1644 dc), in cui vengono narrate le gesta degli eroi dell’epoca dei Tre Regni (220 – 280 dc), tra cui Guan Yu.
Un altro tipo di alabarda, dall’asta più piccola, è la “Lama per tagliare i cavalli” (斬馬刀 m: Zhan Ma Dao, c: Zan Ma Dou), la cui particolare funzione era appunto quella di tagliare le gambe della cavalleria.
Nel nostro stile di Kung Fu, ci riferiamo all’alabarda con il nome di Guan Dao, e all’intero della Tao Lu, la forma, vengono rievocate le gesta del generale tra un fendente e l’altro. Le movenze più iconiche sono:
- Accarezzarsi la lunga barba
- Salire a cavallo (il cavallo di Guan Yu è noto come Lepre Scarlatta, precedentemente appartenuto a Lu Bu)
- Spronare il cavallo alla carica tirando le briglie
- Sfidare il nemico (i cui movimenti sono ripresi dal teatro dell’opera cinese)
Da sempre l’alabarda è simbolo di forza, moralità e dovere, i valori del generale Guan Yu. Essa può essere usata nella cerimonia del Pai Si come simbolo di unione e fedeltà, rievocando la cerimonia del tè tenuta tra Liu Bei, Guan Yu e Zhan Fei all’inizio del Romanzo dei Tre Regni. Nel corso della storia sono state create inoltre delle competizioni, dove i partecipanti maneggiano in aria ed attorno al corpo alabarde di oltre 100 kg per provare la loro grande forza fisica.
(Frame del video “Kung fu masters play 100 – kg iron broadswords freely”)
Con questo articolo terminiamo il nostro percorso panoramico tra le armi cardine del Kung Fu, sperando di avervi incuriosito. La pratica del Kung Fu tocca molteplici campi di abilità e sicuramente la buona gestione di queste 5 armi è fondamentale per la comprensione del proprio percorso marziale e per approcciare tutte le altre armi.
Sifu Niccolò Russo